LA STRUTTURA DELLA CANZONE
Ci sono alcuni elementi fondamentali in ogni canzone (il testo, la melodia, il ritmo e l’accompagnamento) analizziamoli:
IL TESTO
Generalmente il testo di una canzone è diviso in strofe. Tra queste ce n’è una che è ripetuta più volte quest’ ultima prende il nome di ritornello.
Mentre in passato i testi delle canzoni spesso presentavano rime o avevano una metrica precisa, oggi i versi sono più liberi, senza particolari vincoli. Resta in ogni modo fondamentalmente che le parole devono seguire il ritmo della musica e sposarsi perfettamente alla melodia alla quale sono abbinate.
LA MELODIA
La strofa e il ritornello sono abbinate a due melodie diverse. Questa differenza crea un “contrasto musicale” che rende la canzone più varia e scorrevole.
Inoltre, a metà della canzone, spesso c’è un intermezzo musicale in cui la melodia della strofa è eseguita da uno strumento solista. Quest’intervento abbellisce la canzone ed è di grande aiuto al cantante che può riposare la voce.
IL RITMO
Il ritmo è certamente un aspetto importante della canzone. Per quelle destinate alla danza deve essere sfrenato e martellante, per quelle destinate all’ascolto lento e meno evidente, a meno che non si tratti di canzoni dal testo particolarmente rabbioso. Gli strumenti principali che lo sostengono sono certamente la batteria e il basso, di solito affiancati dalla chitarra.
L’ACCOMPAGNAMENTO
Esistono vari modi per accompagnare una canzone: dal semplice arpeggio di chitarra, al più ricercato arrangiamento orchestrale. Gli strumenti utilizzati per l’accompagnamento variano a seconda dello stile e del genere musicale della canzone.
Solitamente si utilizzano la chitarra, la tastiera e nelle canzoni romantiche anche fiati o archi.
La guerra di Piero (F.De Andrè)
Fabrizio De Andrè è forse il maggiore dei cantautori italiani. Nato a Genova nel 1940 esordisce giovanissimo come chitarrista jazz, ma ben presto intraprende la sua carriera di cantautore. La sua prima affermazione è del 1965 con il brano “la canzone di Marinella” che, cantata da Mina ha un notevole successo e fa conoscere al grande pubblico l’artista genovese. Nella sua lunga carriera De Andrè colleziona decine di successi, ma tende sempre a discostarsi dalle facili mode del momento.le sue canzoni parlano della guerra, delle ingiustizie sociali, dell’amore e della poesia in modo molto personale ed originale. Collabora strettamente con i musicisti che realizzano gli arrangiamenti orchestrali delle sue canzoni creando un legame strettissimo tra parole e musica. Negli anni ottanta, con l’album Crueza de ma in dialetto genovese, si fa precursore di quella tendenza musicale tanto diffusa oggi, definita musica etnica. Muore a Milano 11 gennaio del 1999.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
“Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente”
Così dicevi ed era d’inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve,
il vento ti spunta in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una crocie.
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di java
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue,
cadere a terra e coprire il suo sangue.
“E se gli spari in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore”
E mentre gli usi questa premura
quello si volta ti vede, ha paura
ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato
cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
non ci sarebbe mai stato ritorno
“Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio
Ninetta bella, diritto all’inferno
avrei preferito andarci d’inverno”
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro la bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
ANALISI DEL CONTENUTO
1. Cosa racconta la canzone? Di un soldato che và in guerra e muore.
2. Dove riposa Piero? Quali sono i fiori che adornano la sua salma? Piero riposa all’ombra di un fosso ed i papaveri adornano la sua salma.
3. Quale desiderio manifesta il soldato mentre marcia verso l’inferno? Piero è triste.
4. Come viene descritto il nemico che Piero vede in fondo alla valle? “con il suo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore”.
5. Perché il soldato non spara direttamente al nemico? Perché non si sente di uccidere uno come lui.
6. Di cosa si rende conto Piero cadendo a terra? Piero capisce che sta morendo perché il nemico gli ha sparato.
7. A chi rivolge l’ultimo pensiero? Il suo ultimo pensiero è rivolto a Ninetta.
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